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ACCESSORI NECESSARI PER LA Resina

Nel corso dei nostri appuntamenti in più occasioni abbiamo affrontato argomenti relativi alla capacità di lavorare la resina per creare gioielli, bijoux o riprodurre modellini.

Chi è appassionato del mondo della resina epossidica sente crescere il desiderio di poter intraprendere qualsiasi avventura con questo straordinario materiale, munendosi dell’attrezzatura necessaria. Resinpro vi consiglia alcuni accessori indispensabili per sperimentazioni artistiche e creazioni sorprendenti.

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Sappiamo bene quanto sia importante la qualità della resina che si utilizza, ma è anche importante dosare i due componenti con grande precisione. Ecco allora che la bilancia digitale diventa un’ amica fedele per iniziare un lavoro nel migliore dei modi. Ovviamente le indicazioni sulle quantità da mischiare variano secondo il prodotto utilizzato, che si tratti di resina epossidica, resina poliuretanica o gomma liquida.

La sua precisione arriva a pesare minimo 1 gr massimo 7 KG.

In molti non amano lavorare con i guanti, pur essendo aderenti e permettendo quindi un movimento fluido con le mani. Un prodotto innovativo e utilissimo in questo caso è No More Gloves, la protezione liquida da applicare sulla pelle creando uno strato protettivo

E’ sicuro, grammatologicamente testato, anallergico e si toglie facilmente lavando le mani.

Leggi anche: RESINA EPOSSIDICA: CHE PRODOTTI USARE PER LA PULIZIA?

Altro accessorio molto richiesto è la lampada UV 36 Wt per polimerizzare la resina UV/smalto in gel e velocizzare il processo di indurimento. Dopo aver lasciato lo stampo all’interno si otterrà una superficie lucida e asciutta in pochi secondi. I sensori permettono l’inizio del procedimento nel momento in cui si inserisce lo stampo della creazione e si spengono una volta estratto.

Molto utile per rifinire le creazioni in resin UV è Top Finish, la lacca acrilica. In quale situazione utilizzarla? Quando il tuo gioiello in resina UV presenta una superficie appiccicosa. In questo caso basta spennellare Top Finish e in 15-20 minuti la superficie risulterà lucida e brilliante, senza torcia UV.

Per realizzare pitture a base di resina ci sono le tele rotonde e rettangolari 100% cotone o ancora la base per orologio dal diametro di 25 cm a forma rotonda in legno per il fai da te casalingo o il decoupage.

Ma gli accessori Resinpro sono ancora tantissimi. Visita il nostro sito e scopri di più su www.resinpro.it.

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LE 11 FASI PER ESEGUIRE CORRETTAMENTE LA LAMINAZIONE CON Resina Epossidica SU FIBRA DI CARBONIO O VETRO

Per affrontare un argomento specifico come la laminazione con resina epossidica, riteniamo sia utile elencare le situazioni in cui questo materiale rappresenta una soluzione ad una serie di criticità:

  • Riparazioni
  • Laminazioni
  • Incollaggio
  • Restaurazioni
  • Rinforzi
  • Stuccature di imbarcazioni rovinate
  • Pale eoliche indebolite
  • Canoe, kayak, surf, skates scheggiati
  • Carene moto usurate dal tempo

In questi casi suggeriamo l’utilizzo di una resina per laminazione con fibra di carbonio/fibra di vetro , prodotta appositamente per garantire la massima resistenza meccanica in ambiente umido e una buona impregnazione delle fibre del tessuto tecnico o il nostro Kit completo “Kit riparazione Resina e Fibra di Vetro” per applicare la fibra di vetro assieme alla Resina Poliestere, per riparazione veloci, semplici e durature! Contiene tutto il necessario per preparare, mescolare e applicare il prodotto.

Questo articolo dunque non è destinato solo a chi ha confidenza con la resina epossidica, ma a tutti gli sportivi che si prendono cura degli strumenti compagni di vita con cui gareggiano o si godono la propria passione.

LE FASI DI STRATIFICAZIONE DELLA RESINA EPOSSIDICA

Il legno come le fibre di carbonio e vetro si usurano con il passare degli anni ed è dunque importante intervenire in tempo. La resina epossidica per laminazione con fibra di carbonio/fibra di vetro è ideale per la stratificazione. Vediamo come applicarla in modo corretto in 11 fasi:

  1.  Il primo accorgimento da tenere presente è lavorare in un ambiente in cui la temperatura non sia inferiore a 15°, questo perché i due componenti della resina epossidica per laminazione, mischiati nelle giuste dosi, devono catalizzarsi e indurirsi nel modo corretto;
  2.  Mischiare i componenti, precedentemente pesati con una bilancia digitale, nel rapporto di impiego di 3:2 per circa 3 minuti;
  3.  Per la fase della stratificazione le migliori fibre di rinforzo sono quelle in vetro o carbonio perché permettono una maggiore impregnazione della resina epossidica che penetrerà ancora di più se preriscaldata a 30°;
  4.  Sagomare il tessuto secondo la forma della superficie su cui lavoriamo, lasciando 5cm di margine;
  5.  Spennellare lo stampo con della cera distaccante per evitare che si attacchi;
  6.  Per proteggere e rendere liscio il manufatto è consigliabile applicare uno strato di gelcoat e attendere che si asciughi prima di stendere la resina epossidica;
  7.  Trascorse 12 ore, con un pennello o un rullo si può procedere alla prima stesura della resina epossidica per laminazione sopra la quale posare il tessuto, precedentemente ritagliato, da bagnare abbondantemente per permettere un’adesione resistente allo strato di gelcoat;
  8.  Per impregnare in modo efficace la fibra ed evitare bolle d’aria, passate sulla superficie dell’aria calda con il phone;
  9.  L’indurimento definitivo avviene dopo circa 24 ore ad una temperatura superiore a 20°C ma inferiore a 30°, per questo, per ridefinire il risultato, è importante intervenire con un taglierino nelle ore precedenti;
  10.  Infine, trattandosi di realizzazioni che devono garantire la sicurezza di chi le utilizza, consigliamo di sottoporre il manufatto ad una ulteriore fase di indurimento a temperature elevate in forno o al sole, coprendolo con un telo nero in plastica per raggiungere anche i 50° in estate;
  11. Accertate le corrette caratteristiche meccaniche acquisite, si può passare uno strato di vernice professionale per esterni.

CURIOSITÀ DAL RADUNO DI COSTRUTTORI DI KAYAK IN LEGNO

Spunti interessanti sull’argomento potete prenderli dagli amanti del kayak. Dal 2009 a Bibione si sono tenuti alcuni raduni di costruttori di kayak in legno, una manifestazione che permette di condividere non solo la passione per questo sport ma anche le buone pratiche per costruire o riparare la piccola imbarcazione nel migliore dei modi. Guardate questo video per osservare le fasi della laminazione epossidica nel corso di un evento passato.

La resina epossidica per laminazione con fibra di carbonio/fibra di vetro è utilizzata anche per car-wrapping, vere e proprie costruzioni di tavole in legno o artistiche, rinforzi di perni, tiranti, bedding su fucili, arbaleti e molto altro.

Per supporto, ulteriori informazioni sul prodotto e curiosità non esitate a contattarci a [email protected].

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SPECIALE BUONA PASQUA: LA SORPRESA È L’UOVO IN Resina E LA Resina NELL’UOVO

La Pasqua è alle porte e, come per ogni festività, non vediamo l’ora di decorare e allestire la nostra casa con oggetti e simboli che richiamano la ricorrenza. In tutti questi nostri appuntamenti abbiamo assodato come in effetti con la resina epossidica si può fare davvero di tutto, anche un uovo di Pasqua.

Le dimensioni di questi oggetti non possono essere eccessivamente grandi perché risulterebbero troppo pesanti, ma la creatività con la resina non ha mai fine e vediamo con quali idee è possibile rendere speciale questa Pasqua 2019.

L’UOVO CALAMITA

C’è chi le colleziona e non solo a Pasqua. Il fascino di uova lucide e colorate può essere esibito tutto l’anno sul frigorifero attaccando sulla base piatta di queste uova una calamita. Giustamente in molti si staranno domandando “Ma come posso realizzare l’uovo?”.

È molto semplice: basta prendere un contenitore di plastica contenente un ovetto di cioccolato e diversi coloranti liquidi  da mischiare con la resina epossidica trasparente.  A seconda dell’effetto che si vuole dare si aggiungono i colori all’interno del contenitore a forma di uovo. Per arrivare al bordo basta aggiungere sul finale della resina epossidica trasparente. Atteso il tempo necessario per farla indurire, il mezzo ovetto di Pasqua è pronto.

 

LA RESINA COME SORPRESA

L’uovo di Pasqua non è solo buono ma anche divertente da scartare. La sorpresa incuriosisce anche se di solito si tratta di oggetti senza alcuna personalità. Cosa ne pensate di costruire il vostro uovo di Pasqua?

Potreste realizzare anelli o ciondoli, cuori con glitter e metterli da parte. A questo punto bisogna mettere in gioco la propria abilità in cucina. Sciogliere a bagnomaria del cioccolato fondente la cui temperatura deve mantenersi ai 42°. Versare i 3/4 del cioccolato fuso su una base in marmo, vetro o ceramica e farlo raffreddare sino ai 30°.

Versarlo nei 2 mezzi stampi da uova pasquali con la parte che era rimasta nel pentolino ai 35° e farlo roteare lentamente per spalmarlo in tutta la superficie. Dopo che gli stampi sono rimasti due ore in frigorifero, si può staccare delicatamente il cioccolato. Per unire le due parti bisogna ammorbidire i bordi poggiandoli su una teglia precedentemente riscaldata per 15 minuti a 180-200 gradi.

Prima di farne un uovo inserire le sorprese in resina epossidica.

E buona Pasqua da Resinpro!

 

 

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SPECIALE 8 MARZO: FATEVI ISPIRARE DALLA DONNA, DELICATA COME UN FIORE, RESISTENTE COME LA RESINA.

La festa delle donne è alle porte e non possiamo che omaggiare ogni mamma, nonna, figlia, lavoratrice, casalinga con la mimosa, il fiore simbolo di questa ricorrenza così speciale. Ma la donna merita di essere festeggiata tutti i giorni, ed è per questo che il regalo che proponiamo noi non è destinato ad avere vita breve, ma è un modo per ricordarsi quotidianamente il proprio valore portando con sé un grazioso bijoux che impreziosisce il polso, il viso, il decoltè.

Ciò che ci ha ispirato per questo lavoro è la donna stessa, delicata come un fiore , ma forte e resistente come la resina.

Cosa vi serve per questa operazione artistica:

  • Un rametto di mimosa
  • Resina epossidica trasparente
  • Qualche glitter color oro (se si desidera)
  • Lo stampo della forma preferita
  • Uno stuzzicadenti

Preparate la resina epossidica trasparente  versando le giuste proporzioni di catalizzatore come abbiamo già indicato in un nostro precedente articolo.

Prendete un pezzettino di mimosa e inseritelo all’interno dello stampo sistemandolo in modo che rimanga immerso nella resina. Questa è una fase delicata perché il fiore tenderà un po’ a risalire fuoruscendo. Provate ad aggiungere un altro po’ di resina per aiutare la mimosa a scendere. Una volta che sarà ben inglobata nella resina basterà solo attendere che asciughi e il gioco è fatto. Ovviamente queste creazioni possono essere realizzate anche con altri fiori, secchi e non, e oggetti piccoli.

Potrete regalare questo meraviglioso gioiello in mimosa come portafortuna oppure farne un ciondolo o un paio di orecchini o ancora un bracciale.

Ecco come posizionare il gancio:

Inserite il gancetto a vite supportato da sottilissimi fili, che verrà poi tagliato via, come indicato dalla tecnica Wire, così da evitare il suo affondo per intero nella resina durante la fase della solidificazione. Per realizzare le cup a spirale prendere un filo di alluminio o di rame smaltato argento e modellarlo con le mani a cerchi concentrici. Posizionare questa spirale piatta sopra l’oggetto in resina sul gancio e adattarla sulla forma della resina.

Ora non vi resta che preparare un pacchetto regalo da scartare per far rimanere la festeggiata a bocca aperta. Lo staff di Resin Pro si unisce agli auguri per l’ 8Marzo!

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COME SI USA LA RESINA EPOSSIDICA: TRUCCHI E GUIDA GENERALE

COME SI USA LA RESINA EPOSSIDICA

TRUCCHI E GUIDA GENERALE

Definizione: La resina epossidica è un Polimero liquido bicomponente, termo – indurente. 

Al di là delle definizioni “tecniche”, la resina epossidica è un prodotto liquido che,  se esposto ad una temperatura minima di 10-15°C, inizia a catalizzare diventando quindi solida.

Qui di seguito alcuni punti “fondamentali” per chi si avvicina per la prima volta a questo prodotto.

Come si dosa la resina?

Essendo un bi-componente, avete a disposizione 2 flaconi , uno contenente la resina “A” e l’altro l’indurente “B”.

Equipaggiarsi di una bilancia elettronica per pesare i grammi e un contenitore dove unire i liquidi

  • Mettete la quantità di A che pensate vi serva, cercando di avere una cifra tonda in grammi (es. 200g) , questo renderà più facile il conto di quanto indurente aggiungere.
  • Ogni prodotto indica sul flacone di B (o anche su entrambi) il rapporto di impiego .
  • Facciamo un esempio con 100A : 60 Si moltiplicano i grammi di A precedentemente pesati (200g) si moltiplicano per 60 e poi si dividono per 100, per ottenere di grami di B da aggiungere.

Esempio Pratico (rapporto 100:60)

40g componente A. quanto componente B devo aggiungere?

Soluzione à 40/100 = 0,40 à    0,40×60= 24.  Cioè 24g di B

Questa formula è utilizzabile per ogni rapporto di impiego, 100:50, 100:30, ecc.

Come si prepara la resina?

Una volta dosata accuratamente, la resina va mescolata in maniera irregolare (quindi non sempre nella solita direzione)  per almeno 2-3 minuti.Questa parte è fondamentale, dato che se si mescola solo per pochi secondi, a livello molecolare non sarà ben omogenea, e quindi resterà morbida/opaca in alcune parti.

Quanto diventa “dura” la resina?

Il grado di durezza dipende dalla formulazione , dal tempo di riposo e dalla temperatura di catalisi.

Inoltre la resistenza meccanica della resina continua ad aumentare fino a 4-5 giorni dopo l’applicazione.

Quindi dopo 24h ore potrà sembrare ancora morbida, ma nei giorni seguenti continuerà ad indurirsi fino a diventare come una plastica “dura” (diciamo “simil-plexiglass”, volendo dare un metro di misura).

qui puoi vedere le principali caratteristiche di resina epossidica con ottima resistenza meccanica

In quanto si solidifica la resina epossidica? Si può accelerare il processo di indurimento?

Anche in questo caso dipende dalla formulazione e dalla temperatura

Ad ogni modo essendo un polimero “TERMO-INDURENTE”, più si espone al calore e più veloce è la catalisi.

Come regola generale, ogni 10°C in più , il tempo di catalisi, dimezza.

Esempio

20°Cà 3h00’

30°Cà 1h30’

40°Cà 0h45’

Per accelerare la catalisi quindi è sufficiente tenere la colata vicino ad una fonte di calore (anche un semplice termosifone). Attenzione però a non riscaldare delle colate superiori ad 1 cm di spessore. Infatti la resina potrebbe riscaldarsi troppo per via dell’effetto massa (che trovate spiegato nella guida).

Effetto  “Massa”

Questo termine si una per descrive il fenomeno di esotermia (cioè rilascio di calore) che si presenta quando si cola la resina in alti spessori (maggiori di 1 cm). Infatti le molecole di A, legandosi con le molecole di B, rilasciano calore, che viene subito disperso in caso di spessori minimi. Quando invece lo spessore della colata è più alto di 1 cm, il calore viene dissipato più lentamente  quindi la colata inizia a riscaldarsi.

Questo riscaldamento accelera ulteriormente la reazione , che fa si che la temperatura si alzi ancora di più. Per questo motivo bisogna evitare di colare troppa resina tutta in una volta, onde evitare che “cuocia” (creando crepe, bolle e scurendosi).

La resina ingiallisce?

Tutte le resine (anche con “pubblicizzati” filtri UV) prima o poi, se esposte alla luce del sole, tenderanno a cambiare colore, virando verso una tonalità ambrata. Possono volerci poche settimane o molti anni in base all’esposizione alla luce solare (all’esterno ingiallirà prima), allo spessore della resina (più è spessa e prima si vedrà) ed al tipo di colorazione. Ad esempio se la resina è colorata di un colore “forte” come il rosso od il nero, l’ingiallimento non si vedrà.. mentre se è bianco o rosa, si potrà notare prima

Le resine sono di norma caratterizzate da un basso ingiallimento e possono essere quindi usate per manufatti a cui viene richiesto di non cambiare colore per diversi anni (se tenuti all’interno di un abitazione), come quadri, tavoli o gioielli.

scopri di piu’ sulla  resina super trasparente a basso ingiallimento!


Come eliminare opacità superficiali o piccole increspature formatesi appena solidificata?

Queste opacità superficiali (soprattutto nella stagione fredda) sono il risultato dell’effetto dell’umidità ambientale, che crea una patina sulla superfice della colata. All’inizio non si nota, ma appena solidificata, possono vedersi aloni opachi ed addirittura una pellicola increspata, in alcuni punti.

Per evitare questo fenomeno ci sono diverse strategie:

  1. Lavorare in ambiente a bassa umidità (deumidificato) o riscaldato;

2. Riscaldare i 2 componenti prima di colarli (per esempio tenendoli sopra un termosifone);

3. Miscelare la resina con l’indurente e applicarla solo quando inizia a scaldare (di modo che la reazione inizia quando è ancora nel contenitore). Questa operazione è fondamentale, ma richiede un minimo di attenzione.

Infatti la resina (in base alla quantità preparata, per via dell’effetto “massa”) può necessitare di qualche decina di minuti prima di scaldarsi. Andrebbe controllato ogni 5 minuti e non appena raggiunge i 40°C (quando cioè è più calda della nostra mano), può essere applicata. In questo modo una parte delle molecole ha già reagito ed è quindi meno vulnerabile all’umidità ambientale. Attenzione però a non aspettare troppo tempo prima di colare, altrimenti rischiate che si solidifichi nel contenitore!

4. Sarebbe buona norma non applicare di sera o quando piove (dato che l’umidità ambientale aumenta).

5. Non applicare su supporti che contengono ancora umidità come, ad esempio, cemento fresco o legna non essiccata.

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